
Dott. Dott. Giuseppe Colucci – Epatologo
Il reflusso gastro-esofageo (GERD, gastro-esophageal reflux disease) è una patologia molto comune dovuta al passaggio nell’esofago del contenuto acido dei succhi gastrici ed avviene per una incontinenza dello sfintere del cardias che separa l’esofago dal fondo dello stomaco.
Poiché la mucosa dell’esofago non è resistente all’azione erosiva del contenuto gastrico, si verifica uno stato irritativo-infiammatorio con i sintomi che molti di noi hanno occasionalmente sperimentato: bruciore, dolore epigastrico (bocca dello stomaco), a volte solo tosse stizzosa e raucedine.
Quest’ultimi sintomi sono causati dall’infiammazione della laringe e dell’ipofaringe esposti al reflusso acido gastrico, spesso diagnosticati durante una visita otorinolaringoiatrica. Se i sintomi sono occasionali è sufficiente assumere al momento della loro comparsa un anti-acido locale, come il magaldrato in gel, per tamponare l’acidità e provare un sollievo quasi istantaneo; altrimenti si può eseguire un ciclo di trattamento con i farmaci della classe dei prazoli, inibitori di pompa protonica (gastro-protettori), a basso dosaggio, assumendone 1 compressa a digiuno, al mattino per circa 15 giorni ed, in seguito, 1 compressa a giorni alterni per altri 10 giorni.
Non è opportuno prolungare questa terapia per più settimane per non ridurre la capacità digestiva dello stomaco e per non “lasciar passare” indenni batteri che potrebbero colonizzare l’intestino tenue, alterare la flora batterica intestinale (disbiosi) e provocare gonfiore e meteorismo addominali.
Solo nel caso di persistenza dei sintomi dopo questo trattamento è opportuno eseguire una esofago-gastro-duodeno scopia (EGDS) per verificare lo stato dell’organo e ricercare la possibile presenza dell’Heliobacter pylori, un batterio spesso causa principale della gastrite che, se presente va eradicato con una specifica terapia antibiotica.
In ogni caso è opportuno mantenere uno stile alimentare corretto: mangiare lentamente, masticando a lungo, senza sdraiarsi se non 2-3 ore dopo un pasto principale, ridurre il consumo di alcolici, cibi con condimenti grassi e spezie. È anche importante non impegnarsi durante il pasto in attività troppo coinvolgenti quali discussioni animate, lavoro al computer e telefonate.
Dott. Giuseppe Colucci – Epatologo
Il Dott. Giuseppe Colucci, laureato in medicina e chirurgia e specializzato in malattie del fegato e del ricambio presso l’Università degli Studi di Milano, ha sviluppato le sue competenze cliniche e scientifiche anche nel settore della Gastroenterologia attraverso un periodo di 6 anni trascorso a New York presso il Mount Sinai School of Medicine e il Cornell University Medical College.